Anna Salvati con
questa raccolta
di poesie
dedicate
all’acqua,
elemento vitale,
capace di fluire
e giungere
lontano,
trasporta in
un’atmosfera che
miscela
l’osservazione
del reale con
una sorta di
visionarietà che
prende spunto
appunto
dall’intento di
riportare un
messaggio
poetico che
abbia come unico
elemento
l’acqua.
Il suo sguardo è
teso a far
risaltare ciò
che lei
percepisce, ciò
che lei sente
sulla pelle, mai
un mero contatto
ma piuttosto una
inebriante
sensazione: e
l’acqua che
scorre, penetra,
scivola via tra
la terra, cade
dal cielo nel
“silenzio”, si
perde tra le
cose, pare
assumere, nelle
sue parole,
quasi un valore
purificatore, e
dotata di una
capacità di
eliminare le
scorie della
vita, di
cancellare la
tristezza.
La sua poesia è
un lento
abbandono al
fluire
dell’acqua, a
volte diventa
pioggia che “si
unisce alla
lacrime”, altre
ancora “porta
lontano nel
ricordo”, nelle
speranze
perdute, nelle
amare delusioni.
E lei tra “gocce
silenziose”,
malinconie
durante un
temporale,
tristezze
davanti ad un
mare d’inverno
con la speranza
che sia lavata
via la
solitudine,
sembra vivere un
lento
dissolvimento
come un’anima
vagante
nell’eterno
movimento
liquido, “cuore
solitario che
tenta di
sognare”, di
ascoltare il
pensiero del
tempo.
Nel frattempo il
“gioco solitario
del cuore/batte
la vita/giorno
per giorno/e il
suo logorarsi/è
simile/al mio
pianto” come
scrive in una
sua poesia:
fugge la vita,
tra
l’inesorabile
“perdersi e
ritrovarsi”,
assediata
dall’ansia di
“sentirsi vuota”
mentre la
speranza si
spegne, le
illusioni si
dissolvono nelle
ombre e nel
silenzio e tutto
pare sprofondare
nel buio della
notte mentre si
cerca
disperatamente
di lasciarsi
cullare tra i
pensieri, di
recuperare uno
spiraglio di
entusiasmo, di
mettersi in
ascolto
dell’armonia
universale che
regola il ciclo
della vita.
Appassionata nel
descrivere le
proprie
sensazioni,
pervasa da una
tensione a far
emergere ogni
piu’ labile
sussulto,
muovendosi tra
intuizioni e
reiterazioni di
emozioni che
hanno lasciato
il segno si
mette alla
ricerca del
significato
ancestrale di
quell’intensa
fascinazione che
non può essere
spiegata
solamente dalla
ragione: si
immedesima
nell’elemento
acqua, si
distingue nel
rendere i
meccanismi
psicologici e
poetici che la
conducono in un
mondo dove
domina la
vitalità, il
movimento, lo
scorrere
continuo della
vita, l’energia
sprigionata da
una determinata
visione.
Il lento
divenire,
plasmando la
materia,
scoprendo il
lato autentico
delle cose,
lavando le
impurità,
riporta ad una
rinascita
personale, ed
una
consapevolezza
del proprio
stato
esistenziale,
della propria
identità: la
forza della
natura, i
frammenti della
propria vita, le
presenze e le
assenze, le
confessioni che
nascono
dall’animo
vengono
riconosciuti da
Anna Salvati e
fedelmente
riportati nelle
sue poesie che,
nel loro
continuo
desiderio di
sottolineare un
profondo e
intenso sentire
dell’animo, si
ergono a
simbolica
illuminazione
lirica.
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